LA PREVENZIONE

I sistemi sanitari nazionali sono incentrati quasi esclusivamente sulla cura, relegando la prevenzione a un ruolo marginale. La crescita del peso economico delle terapie farmacologiche e chirurgiche sul bilancio sanitario spinge sempre più a investire nella prevenzione primaria e secondaria per evitare l’insorgenza delle patologie oculari o per diagnosticarle e trattarle precocemente.

Quali forme di prevenzione esistono?

La prevenzione primaria: ha lo scopo di impedire che la malattia insorga. Si propone di agire nei confronti dell’ambiente e dell’uomo (sia a livello individuale che collettivo). Si attua sul soggetto sano.

La prevenzione secondaria: si identifica con la diagnosi precoce. Si tratta di accertare la malattia nella fase in cui è ancora priva di sintomi. Può attuarsi a livello individuale o di massa (attraverso screening o check-up medici). Si attua sul soggetto malato che non sa di esserlo.

La prevenzione terziaria: si identifica con la cura e la riabilitazione. Lo scopo è quello di limitare l’impatto della minorazione visiva sull’individuo. Si attua sul soggetto malato che sa di esserlo.

Quando è opportuno sottoporsi a visita oculistica per una corretta prevenzione?

Se il soggetto è sano (escludendo, quindi, gli individui in cui è già stata diagnosticata una malattia oculare e coloro che sono a rischio per specifiche malattie oculari che, pertanto, devono sottoporsi ai controlli periodici) è importante una valutazione oculistica nei seguenti momenti:

  • alla nascita, per escludere malformazioni o malattie congenite;
  • intorno ai 3 anni, per valutare l’armonico sviluppo morfologico e funzionale visivo;
  • durante la scuola dell’obbligo;
  • prima dell’avviamento al lavoro;
  • intorno ai quarant’anni, al momento dell’insorgenza della presbiopia;
  • dopo i 50 anni, con frequenza regolare secondo le indicazioni dell’oculista.

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