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S“ al 3D, ma con riserva

Sala cinematograficaSì al 3D, ma con riserva L’ American Academy of Ophthalmology : in chi ha disturbi visivi la visione tridimensionale può causare mal di testa e affaticamento oculare. Sconsigliata la visione sotto i sei anni L’impiego del 3D è ancora controverso per quanto concerne i suoi effetti a livello oculare, almeno per i più piccoli. L’American Academy of Ophthalmology suggerisce una certa prudenza se si è affetti da disturbi oculari come l’ ambliopia e lo strabismo . “Se un bambino sano – scrive l’Accademia Usa – sviluppa costantemente mal di testa o affaticamento oculare o non può vedere chiaramente le immagini quando usa i prodotti digitali 3D, questo può essere indice di un disordine oculare o visivo. Se si presenta questo problema l’Academy raccomanda di sottoporre il bambino a una visiva oftalmologica completa”.Occhialini 3D Eppure al momento attuale – precisa l’Accademia americana di oftalmologia –, “non esistono studi conclusivi sugli effetti a breve e/o a lungo termine del prodotti digitali 3D sullo sviluppo oculare e visivo […] e non esistono neanche teorie convincenti e conclusive su come essi possano danneggiare la salute visiva in bambini con occhi sani”. In un documento reso noto lo scorso marzo il Consiglio superiore di sanità italiano ha precisato che gli occhialini per la visione tridimensionale vanno usati solo dopo i 6 anni e per un tempo limitato (nei cinema del tipo monouso). Il Ministero della Salute ha fatto proprie queste indicazioni, anche se ha sottolineato che, dalla letteratura scientifica nazionale e internazionale, non si evince che “durante la visione stereoscopica di un filmato si costringerebbe l’occhio e il cervello ad elaborare Secondo la SOI gli occhiali 3D non fanno male alla vista (neanche dei bambini piccoli) se si fanno pause e si impiegano i monousoinformazioni in modo innaturale”. Ciò significa, ha scritto il Consiglio, “non sussistono controindicazioni cliniche all’utilizzo degli occhiali 3D per la visione di spettacoli cinematografici, purché condizionato a moderati periodi di tempo”. I più piccoli sono, ancora una volta, i soggetti che corrono i maggiori rischi. Per questo – ha avvertito il Consiglio superiore di sanità – “qualche disturbo di ordine funzionale, senza determinare danni o patologie irreversibili, può insorgere in soggetti di tenera età, sia perché ancora la visione binoculare non è presente o non è del tutto consolidata, sia perché essi possono essere affetti da strabismo o da ambliopia o da altro difetto visivo (diagnosticato o meno)”. Recentemente persino una nota società di produzione di videogiochi ha avvertito i genitori che, per prevenire “un possibile danno allo sviluppo visivo”, bisogna “evitare che i bambini con meno di sei anni vedano a lungo le immagini digitali tridimensionali”.

Fonti: American Academy of Ophthalmology, Ministero della Salute, Consiglio Superiore di Sanità

Pagina pubblicata il 25 gennaio 2011.

Ultima modifica: 7 febbraio 2011

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