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L’OCULISTA RISPONDE - DISCUSSIONE

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correzione miopia con laser

Discussione avviata da rlvz il 19 settembre 2014

Buongiorno,

ho 38 anni e ho una miopia stabile da molti anni (OD -5,50 / OS -5). Mi sto convincendo ad effettuare l’intervento poiché leggo da tante fonti dell’alta affidabilità raggiunta dalle tecniche attuali.
Assumendo che gli esami preliminari dichiarino i miei occhi siano ’normali’ (spessore cornea, lacrimazione, etc.), vi chiedo:
- quale tecnica verrebbe utilizzata per la correzione del mio difetto?
- esistono statistiche sul completo recupero della vista a partire dal mio livello di miopia?
- quali sono i problemi maggiormente riscontrati dopo l’intervento? I tempi di assestamento?

Grazie

risposta dell'oculista

re: correzione miopia con laser

Risposta di Oculista

Scritto il 22 settembre 2014

Gentile Utente,
come da lei scritto, negli ultimi anni l’affidabilità delle tecniche di chirurgia refrattiva è notevolmente aumentata.
Le tecniche attualmente praticate sono tre:
Lasik: si taglia la cornea creando una sorta di ‘sportellino’ (detto anche lembo o flap, che comprende epitelio, membrana di Bowman e stroma superficiale).Il lembo viene sollevato e, grazie al laser ad eccimeri, la cornea viene assottigliata; successivamente il lembo viene ’richiuso’.
◦Vantaggi: con la lasik il paziente solitamente non soffre e dopo l’intervento il recupero visivo è immediato.
◦Svantaggi: la creazione dello sportello (flap) è una procedura più rischiosa e il suo successo dipende molto dall’abilità manuale del chirurgo. Il flap può risultare ancora sollevato a distanza di un anno, non arrivando mai ad una completa adesione con lo stroma sottostante; questo può comportare la possibilità di uno spostamento accidentale in caso di trauma. Inoltre, sono possibili le contaminazioni infettive sotto il flap.
PRK (PhotoRefractive Keratectomy =cheratectomia fotorefrattiva): con questa tecnica si agisce col laser dopo aver asportato l’epitelio corneale (strato più esterno della cornea) modificando la curvatura della superficie corneale. Al termine dell’intervento si utilizza una lente a contatto morbida senza potere refrattivo, che ha unicamente lo scopo di proteggere l’occhio durante la ricostituzione dello strato corneale esterno (la riepitelizzazione avviene in 4-5 giorni).
Vantaggi: è la procedura più semplice e, quindi, è tecnicamente più facile da eseguire. L’assenza del lembo riduce anche le complicanze a lungo termine dell’intervento.
Svantaggi: dolore post-operatorio, maggiore rischio di avere opacità corneali legate all’intervento.
Lasek: questa tecnica è sostanzialmente paragonabile alla PRK: l’epitelio viene sollevato completamente, ma in questo caso verrà riposizionato sull’occhio dopo il trattamento laser (invece nella PRK l’epitelio veniva eliminato). Con questa tecnica, quindi, si solleva l’epitelio corneale, il laser modella la cornea per ottenere il risultato refrattivo sperato e, alla fine dell’intervento, si riposiziona il lembo di epitelio (che viene poi protetto con una lente a contatto). L’epitelio riposizionato protegge la formazione del nuovo epitelio, ma il suo eventuale spostamento non pregiudica il risultato dell’intervento.
Credo che nel suo caso la PRK sia la tecnica più appropriata.
Mi lasci aggiungere che nelle persone affette da occhio secco si manifesta spesso un peggioramento della sintomatologia e che nel giro di uno o due anni inzierà ad avere difficoltà nella visione per vicino a causa del sopraggiungere della presbiopia.
Cordiali saluti
IAPB Italia Onlus

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