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L’OCULISTA RISPONDE - DISCUSSIONE

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diagnosi differenziale

Discussione avviata da enry il 30 marzo 2012

sto cercando di capire a cosa dovuto il mio calazio alla palpebra inferiore dx ormai da 3 mesi! Se con la Sua grande esperienza mi aiuta in una diagnosi differenziale? Iniziato a giugno anno scorso con SOLO rossore interno palpebra inf.dx e senza NESSUN altro sintomo!Un oculista disse allora BLEFATITE,curata con Tobradex, ritorna il SOLO rossore ad agosto e altro oculista dice Blefaro-Congiuntivite e vede inizio calazio! Ma nulla fino a questo dicembre scorso dove sempre interno palp. Rosso,ma questa volta stranamente dopo 1 settimana con tobradex mi APPARE IL CALAZIO! Ma anno prima avevo avuto un avvisaglia di Occhio Secco NON curata!
Quindi occhio secco ha portato alla Blefarite vero?Possibile anche una disfunz.ghiandole Meibomio MGD? Posso proseguire con i solo impacchi acqua calda con massaggio?Leggo che Tetracicline sono utili x fluidita’di quelle ghiandole, ora noto alcuni PUNTI sulla palpebra superiore DX,posso provare x questi NUOVI punti su palpebra sup.con pomata o collirio sul occhio,va bene il COLBIOCIN ?E se uso LIPIMIX? usarli entrambi ?grazie x aiuto.

risposta dell'oculista

re: diagnosi differenziale

Risposta di Oculista

Scritto il 2 aprile 2012

Gentile utente,
il calazio è un’infiammazione delle ghiandole di Meibomio, che si trovano all’interno delle palpebre e contribuiscono, col loro secreto, alla formazione delle lacrime.Generalmente il calazio è legato a disordini alimentari, soprattutto al consumo eccessivo di insaccati, dolciumi, ecc. E’ caratterizzato da gonfiore delle palpebre, arrossamento, dolore, secrezione e infiammazione della congiuntiva. L’entità dei sintomi dipende dal grado d’infiammazione della ghiandola e dal numero delle ghiandole coinvolte. La sua dimensione può essere di piccola entità (tipo un grano di miglio) oppure più grande, fino ad arrivare a gonfiori consistenti che causano la chiusura della palpebra.
Sicuramente la terapia di base consiste in una dieta sana, con un’eventuale assunzione di fermenti lattici vivi, in modo da regolarizzare l’assorbimento intestinale dei nutrienti. Inoltre, è indicato un delicato massaggio della palpebra gonfia per cercare di rimuovere meccanicamente l’ostruzione del dotto escretore della ghiandola. L’applicazione di pomate antibiotiche o antibiotico-cortisoniche va prescritta esclusivamente dal medico oculista. In ogni caso, potrebbero verificarsi delle ricadute. È opportuno, inoltre, accertarsi che non siano presenti difetti visivi non corretti.
Bisogna evitare gli impacchi, soprattutto quelli ad alta temperatura: la palpebra è un tessuto molto delicato e alcune sostanze – soprattutto se concentrate – possono causare fenomeni di sensibilizzazione (allergie). Generalmente la tumefazione scompare al massimo nel giro di 15-20 giorni, ma spesso la sua durata è inferiore. Tuttavia, se dopo due o tre settimane il calazio permane, è possibile che si sia formata una ‘capsula’ che congloba la ghiandola. Dunque, in questo caso occorre un piccolo intervento chirurgico per l’asportazione di una o più ghiandole.
Cordiali saluti
IAPB Italia onlus.

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