re: cheratocono
Risposta di Oculista
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Scritto il 7 novembre 2011
Gentile utente, in caso di cheratocono è importante eliminare o correggere al meglio il difetto visivo causato da esso: questo è inizialmente possibile con occhiali ma, col progredire della patologia, solo le lenti a contatto possono dare il risultato sperato. In questo caso la lente a contatto non ha solo uno scopo refrattivo, ma contiene meccanicamente la protrusione corneale, rendendo più regolare la sua forma. Fondamentali sono i controlli oculistici annuali. Nei casi più gravi si ricorre al trapianto di cornea (obbligatoria se si è verificata la perforazione).
Il cross-linking è una metodica che ha come risultato finale quello di rendere la cornea più rigida ed evitare, quindi, lo sfiancamento. Questo avviene tramite la creazione di legami tra le fibre collegane stromali. Il trattamento è minimamente invasivo: si fa reagire una sostanza fotosensibile (la riboflavina) – che viene somministrata in forma di collirio – con i raggi ultravioletti. Questo processo lega meglio tra loro le fibre collagene, rinforzando la superficie oculare.
Naturalmente per sottoporsi a tale tecnica è importante rientrare in precisi criteri. Tale tecnica è destinata, infatti, a pazienti giovani colpiti recentemente dalla malattia (cheratocono in stadio non avanzato ma generalmente in progressione). Per sottoporsi al trattamento, tuttavia, la cornea deve avere delle caratteristiche specifiche (spessore adeguato, opacità di un certo tipo, ecc.). I limiti di età non sono rigidi, poiché sarà l’oculista a dover valutare il singolo caso. La patologia è spesso progressiva, ma tende alla stabilizzazione dopo i 40-50 anni.
In conclusione le consigliamo di rivolgersi ad un medico oculista per inquadrare, stadiare e monitorare la sua situazione dal punto di vista anatomo-funzionale e clinica.
Cordiali saluti
IAPB Italia onlus.