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L’OCULISTA RISPONDE - DISCUSSIONE

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sindrome di charge

Discussione avviata da colombobetty il 17 settembre 2011

buona sera; vorrei chiedere un parere. In caso di coloboma cororetinico monolaterale condizionante importante deficit visito (1/20) e microftalmo controlaterale al momento corretto con impianti di protesi oculare; vi sono possibili prospettive di recupero visivo mediante il ricorso a trapianto di cellule staminali? o vi può essere spazio per impianto di occhio bionico?

Ringraziando anticipatamente porgo cordiali saluti

risposta dell'oculista

re: sindrome di charge

Risposta di Oculista

Scritto il 19 settembre 2011

Gentile utente, le cellule staminali non solo possono costituire qualunque tipo di tessuto, ma in linea di principio potrebbero consentire di “fabbricare” un intero organo di ricambio che non provocherebbe alcuna forma di rigetto, essendo composto da cellule del nostro stesso organismo. Teoricamente quasi tutte le malattie un giorno potranno essere curate in questo modo: le staminali costituiscono una riserva virtualmente illimitata di tutte le cellule che costituiscono il nostro organismo (dei muscoli, dei nervi, del sangue...). Per quanto riguarda l’occhio l’utilizzo di staminali interessa soprattutto la cornea e la retina. Anche la retina è dotata di cellule staminali: ricerche approfondite hanno permesso di localizzare queste cellule nella regione più periferica della retina stessa. Ancora oggi il loro campo di applicazione è ampiamente sperimentale, ma sono in corso studi importanti: si sta tentando di rigenerare i fotorecettori retinici danneggiati attraverso l’impianto di staminali; tuttavia la complessità della struttura retinica e dei meccanismi deputati alla visione sono un ostacolo non semplice da superare. La speranza è che, almeno in futuro, possano essere utilizzate per curare una serie di malattie degenerative che, allo stato attuale, costituiscono una delle principali cause della cecità (retinite pigmentosa ed altre malattie genetiche, degenerazione maculare legata all’età, ecc). Grandi speranze sono date, nel caso di malattie genetiche di tipo degenerativo, dall’uso combinato della terapia genica (iniezione del gene corretto sotto alla retina) e dall’uso delle staminali (ad esempio di quelle riprogrammate, ammesso che il loro sviluppo sia stato correttamente guidato sino ad ottenere cellule retiniche).
Per quanto riguarda l’occhio bionico nel 2011 è iniziata una sperimentazione in Italia (a Pisa). Anche negli Usa si può prendere parte a un protocollo sperimentale (la sperimentazione si svolge, tra l’altro, a Los Angeles, Dallas, New York e Philadelphia). Negli Stati Uniti, tra i criteri d’inclusione, vi è l’obbligo di risiedere a meno di 2-3 ore dal luogo dove si conduce lo studio; inoltre, è necessario anche essere considerati soggetti adatti all’impianto dal punto di vista clinico (generalmente malati di retinite pigmentosa). Tra le condizioni indispensabili: integrità del nervo ottico, un minimo di vitalità delle cellule retiniche e condizioni oculari che consentano l’impianto della protesi elettronica retinica senza troppi problemi.
In conclusione, la sua situazione attuale dovrebbe essere inquadrata dal punto di vista anatomo-funzionale per valutare le possibili prospettive terapeutiche.

Cordiali saluti
IAPB Italia onlus.

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