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Difetti e disturbi

Allergie oculari: cause, sintomi, trattamento

Allergia agli occhi

Le allergie oculari sono fenomeni patologici che si manifestano a carico dell’apparato visivo (in persone che generalmente hanno già un’allergia di base).

Si tratta di individui che hanno un sistema immunitario che reagisce eccessivamente agli allergeni esterni, con conseguente sviluppo di una serie di fastidi che possono coinvolgere le vie respiratorie (rinite, asma), la cute (orticaria, dermatite, eczema) e/o, per l’appunto, gli occhi (congiuntivite allergicablefarite).

La reazione allergica è quindi una risposta complessa dell’organismo determinata dall’interazione di diversi fattori:

  • interni (genetici, immunitari)
  • esterni (ambientali).

Congiuntivite allergica: le cause

Nella maggior parte dei casi l’esposizione ai pollini o agli acari della polvere è il fattore scatenante della congiuntivite allergica.

La migliore forma di prevenzione contro l’allergia consiste nell’evitare il contatto con la sostanza allergenica.
Per quanto riguarda i pollini si consiglia pertanto – soprattutto durante la stagione primaverile – di evitare zone come parchi e campagna. Quando si è in casa è opportuno chiudere le finestre e, comunque, occorre cambiare più spesso i filtri dell’aria dei sistemi di condizionamento.
Per contrastare, invece, l’azione dannosa degli acari della polvere, bisogna evitare in ambiente domestico l’uso di materiali d’arredamento che possano favorirne l’accumulo (tendaggi, cuscini non anallergici, tappeti).

Le donne, inoltre, possono sviluppare una congiuntivite allergica a seguito dell’utilizzo di creme per il viso e/o per il contorno occhi o di particolari cosmetici. In tal caso è bene interrompere immediatamente l’utilizzo del prodotto sospetto.

Quali sono i sintomi della conguntivite allergica?

Normalmente chi soffre di allergia oculare presenta sintomi molto fastidiosi, ma che di solito non causano danni agli occhi. Essi sono facilmente riconoscibili nei seguenti:

  • prurito agli occhi;
  • occhio che lacrima (il paziente può riferire lacrimazione abbondante o sensazione di avere gli occhi “lucidi”);
  • occhio secco;
  • gonfiore palpebrale (può interessare tutte e due le palpebre o essere localizzato maggiormente a livello della palpebra superiore o di quella inferiore);
  • occhio arrossato (iperemia congiuntivale);
  • tremore delle palpebre (occhio che trema);
  • marcata sensibilità alla luce (fotofobia);
  • bruciore agli occhi, nei casi più gravi accompagnato da un un dolore all’occhio;
  • negli stati infiammatori più gravi si può avere una visione sfuocata.

Se si avvertono tali disturbi è consigliabile rivolgersi al proprio oculista e a un allergologo per una diagnosi certa.

come si manifesta l’allergia agli occhi?

L’esame biomicroscopico, effettuato mediante lampada a fessura, permette di valutare i segni della congiuntivite allergica.
La persona affetta da allergia oculare presenta

  • iperemia congiuntivale (occhi rossi),
  • lieve secrezione mucosa,
  • papille tarsali (piccoli rilievi interni alla palpebra),
  • rigonfiamento palpebrale (edema), che può essere più o meno marcato (in alcuni casi il gonfiore può localizzarsi sotto l’occhio, estendendosi fino allo zigomo).

Come si cura l’allergia agli occhi?

Le allergie oculari sono trattabili di solito solo nella fase acuta, anche se purtroppo di solito tendono a ripresentarsi periodicamente, diventando una condizione cronica: in questo caso non c’è una cura risolutiva. In base alla gravità dei sintomi si può però ricorrere all’utilizzo di colliri ad azione antistaminica, decongestionanti, a stabilizzatori dei mastociti, antinfiammatori e steroidi oppure si possono assumere gli antistaminici per via orale. Inoltre, può dare dei benefici il cosiddetto ‘vaccino’ ossia la terapia desensibilizzante specifica.

IN CHE MISURA È EFFICACE IL ‘VACCINO’?

Il trattamento con il “vaccino” contro l’allergia è consigliabile qualora i sintomi si presentino con una certa frequenza (nonostante l’instillazione di colliri specifici e antistaminici assunti per bocca) o, comunque, quando risulti difficile ridurre o annullare il contatto con l’allergene (come nel caso degli acari della polvere).

COME SI SOMMINISTRA IL VACCINO DESENSIBILIZZANTE?

Il vaccino viene somministrato per via orale o attraverso iniezione sottocutanea, utilizzando piccole dosi dell’allergene, che vengono gradatamente aumentate fino a raggiungere la dose di mantenimento, che viene poi somministrata a intervalli regolari nel tempo. Lo scopo del vaccino antiallergico è quello di rendere il soggetto meno reattivo ai successivi contatti con l’allergene stesso, in modo da avere nel tempo l’eliminazione o la diminuzione della sintomatologia (desensibilizzazione o immunoterapia allergene-specifica). In generale i migliori risultati terapeutici si ottengono con un inizio precoce della terapia.

Per quanto riguarda le controindicazioni, in genere si escludono da trattamento con il vaccino individui con malattie sistemiche gravi (come tumori, patologie autoimmuni, deficienze immunitarie e importanti alterazioni alle vie respiratorie) e le donne in gravidanza. Gli effetti indesiderati sono rari e, comunque, generalmente di scarsa entità. Si sconsiglia però vivamente di praticare attività fisica intensa dopo la sua somministrazione. In caso di effetti collaterali generalmente si ricorre al cortisone: in questi casi è però opportuno rivolgersi al pronto soccorso più vicino.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità si esprime così in proposito: “Il vaccino antiallergico costituisce l’unica opzione terapeutica in grado di modificare la storia naturale della malattia allergica, consentendo sia di prevenire l’insorgenza di nuove sensibilizzazioni allergiche sia di rallentare o arrestare la progressione della malattia”.

SI È PIÙ SUSCETTIBILI A INFIAMMAZIONI OCULARI IN SEGUITO A ESPOSIZIONE AL SOLE SE SI È ALLERGICI?

Sì. Basti pensare che, ad esempio, in spiaggia si è esposti, oltre ai raggi solari (che è sempre bene contrastare con l’utilizzo di occhiali muniti di appositi filtri), anche all’azione irritante di vento, sabbia e acqua. Tutte queste condizioni non fanno altro che stimolare il sistema immunitario del soggetto allergico, favorendo la comparsa di svariati sintomi a livello oculare, così come anche a livello cutaneo e respiratorio. Tuttavia va detto che in spiaggia, così come sulla neve, generalmente sono presenti pochi allergeni, per cui viceversa la reazione allergica può essere – soprattutto dopo i primi giorni d’esposizione – nulla o, comunque, molto contenuta (se ci si protegge adeguatamente dal sole, dalla sabbia e dal vento).

QUANTO SONO DIFFUSE LE ALLERGIE IN ITALIA?

In Italia (così come in altri Paesi sviluppati) si sta assistendo a un progressivo aumento delle allergie, con una prevalenza di rinite allergica nei giovani adulti (che può essere associata a congiuntivite) di circa il 25% e di approssimativamente il 9% nei bambini in età scolare. Secondo l’Istat [[ANNUARIO STATISTICO ITALIANO, ISTAT, 2015, (capitolo 4 – Sanità e salute)]] si tratta di una malattia cronica importante (la terza in assoluto dopo l’ipertensione e l’artrosi/artrite): le malattie allergiche colpirebbero complessivamente circa il 10,1% della popolazione italiana.

Tra coloro che già manifestano una sensibilità ad allergeni, i disturbi oculari si stima che siano presenti in circa un caso su due.

Inoltre, a parere di alcuni scienziati ci sarebbe un’importante correlazione tra l’aumento delle allergie e la crescita dei livelli di inquinamento; quest’ultimo, infatti, sembrerebbe avere la capacità di potenziare l’azione irritante dei normali allergeni.

Infine, secondo uno studio commissionato dal governo americano i cambiamenti climatici, in particolare per l’aumento delle temperature e l’alterazione negli andamenti delle precipitazioni, oltre che per le maggiori concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica, ci si attende contribuiscano all’incremento dei livelli di alcuni allergeni aerei e degli episodi associati di asma e altre patologie allergiche. [ USGCRP, 2016: Crimmins, A., J. Balbus, J.L. Gamble, C.B. Beard, J.E. Bell, D. Dodgen, R.J. Eisen, N. Fann, M.D. Hawkins, S.C. Herring, L. Jantarasami, D.M. Mills, S. Saha, M.C. Sarofim, J. Trtanj, and L. Ziska, Eds., [“The Impacts of Climate Change on Human Health in the United States: A Scientific Assessment”, U.S. Global Change Research Program, Washington, DC, 312 pp., http://dx.doi.org/10.7930/J0R49NQX .]]

Scheda informativa a cura dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus 
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Pagina pubblicata il 26 luglio 2012. Ultimo aggiornamento: 29 novembre 2021. 

Ultima revisione scientifica: 29 novembre 2021.

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