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Quella salute che va in fumo

Quasi un miliardo di fumatori nel mondo: il tabacco è la seconda causa di disabilità e mortalità

sigarette_in_digitale-fonte_freedigitalphotos.net-photospip7d4defc5de6c05efbefca886fa47194a.jpgIl fumo continua a mietere vittime nel mondo, dato che mina gravemente la salute. Secondo un nuovo studio scientifico pubblicato su The Lancet, nel 2015 fumavano 933 milioni di persone: il consumo di tabacco era la seconda causa di disabilità e di decesso planetaria. Dunque bisogna insegnare ai giovani a non iniziare affatto.

Il record negativo per numero di fumatori maschi spetta a Cina, India e Indonesia, mentre per le donne i tre Paesi sul podio sono Stati Uniti, Cina e India. Il Brasile ha registrato i progressi maggiori nella riduzione del vizio. Anche in Italia si è avuta complessivamente una riduzione dei consumatori nei 25 anni considerati, anche se sono in ripresa tra gli adolescenti.

Cos’è stato studiato

Sono stati presi in considerazione 195 Paesi del mondo in un periodo che va dal 1990 al 2015. Un vasto gruppo di studio internazionale [[GBD 2015 Tobacco Collaborators]] ha preso in considerazione molte variabili. Ne è emerso che la prevalenza dei fumatori è del 25%: un quarto della popolazione mondiale fuma. La fumo_causa_cecit-pacchetto_australiano-verticale-web-photospipa19627a6c93285034f4d1648666fbdeb.jpgmaggior parte dei Paesi studiati ha ridotto il vizio; tuttavia ce ne stanno alcuni in decisa controtendenza (Congo, Azerbaijan). Nel 2015 l’11,5% dei decessi mondiali sono stati attribuiti al fumo, oltre la metà dei quali in quattro Paesi popolosi: Cina, India, USA e Russia.

Più fumi, più sei a rischio AMD

Il fumo può mettere a repentaglio anche la salute visiva, tanto che può causare cecità. Ad esempio è uno dei fattori di rischio della degenerazione maculare legata all’età (AMD), una malattia retinica che provoca cecità centrale soprattutto a partire dai 50 anni: è la principale causa di perdita della vista nei Paesi più sviluppati.

Uno studio pubblicato in precedenza sulla rivista Ophthalmology ha preso in considerazione 4439 persone, notando che nei fumatori c’era un’incidenza doppia rispetto a chi non fumava.

In una ricerca pubblicata quest’anno, condotta a Shanghai su 4190 persone, si è visto che le donne molto anziane (dagli 80 anni in su) avevano una probabilità significativamente superiore di essere cieche o ipovedenti se fumavano e non avevano alti livelli d’istruzione. Le principali cause di cecità sono risultate la cataratta (generalmente operabile), la maculopatia miopica e l’AMD.

Lo scenario italiano

I fumatori in Italia sono 11,5 milioni, il 22% della popolazione: 6,9 milioni di uomini (il 27,3%) e 4,6 milioni di donne (17,2%). Gli ex fumatori rappresentano il 13,5% della popolazione (7,1 milioni) i non fumatori sono invece 33,8 milioni (il 64,4% della popolazione). Lo attesta l’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

fumo_campagna_contro_tabacco-who-fumo_passivo-particolare_locandina.jpgIn controtendenza rispetto ai precedenti otto anni, nel 2016 si è osservato un lieve incremento della prevalenza di fumatori. L’analisi delle abitudini ha mostrato che la percentuale di fumatori italiani è ancora superiore a quella delle fumatrici in tutte le fasce di età. Tra i 25 e 44 anni si è registrata la prevalenza maggiore di fumatori (24,1% delle donne e 31,9% degli uomini). Fumano di meno gli ultrasessantacinquenni: il 6,9% delle donne e il 18,2% degli uomini. In generale il consumo medio al giorno in Italia è intorno alle 13 sigarette.

Conclusioni

Nonostante più di 50 anni di sforzi antitabacco, il fumo rimane un fattore di rischio importante per la salute globale. Lo sostiene, in conclusione, la rivista The Lancet.

Infatti scrivono gli autori dello studio:

La guerra contro il tabacco è ben lungi dall’essere vinta, in particolare nei Paesi con il più alto numero di fumatori. Il tributo impressionante del fumo ai danni della salute riecheggia ben al di là dell’individuo […]. Una rinnovata e costante attenzione è necessaria per le politiche di controllo onnicomprensive del tabacco nel mondo. Il successo è possibile, ma richiede politiche e leggi più incisive e più forti. Occorre davvero intensificare gli sforzi per mantenere bassi i tassi di prevalenza dei fumatori nella gente che non l’ha ancora sperimentato, [evitando] un’epidemia devastante e per evitare che i bambini, gli adolescenti e i giovani adulti inizino a fumare.

Link utili: Telefono Verde contro il fumo: 800 554 088, Fondazione Veronesi

Fonti: The Lancet, Ophthalmology, Int. J. Ophthalmol., Istituto Superiore di Sanità

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