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Visita oculistica

Quella visita da non perdere di vista

Visita oculistica
Visita oculistica

È immancabile una visita oculistica periodica che consenta di mettere a fuoco i nostri problemi oculari. Il 58% di persone senza sintomi – su quasi 6400 pazienti – a distanza di un anno ha ricevuto, in uno studio effettuato in Canada, variazioni nella prescrizione (41%), una nuova diagnosi (16%) o nuove indicazioni nella gestione del disturbo o della malattia (31%).

Circa il 40% delle persone visitate non aveva disturbi specifici come, ad esempio, visione sfocata, mal di testa o sintomi oftalmici peculiari. Per gli anziani era più probabile che ci fossero dei cambiamenti dopo un anno: per i bambini sotto i 4 anni si è registrato un +8% mentre dopo i 65 anni un +78%.

“Gli esami oculistici regolari – notano i ricercatori canadesi dell’Università di Waterloo (Ontario) – si ritiene generalmente che giochino un ruolo importante nella prevenzione della perdita della vista e nell’individuazione delle malattie oftalmiche asintomatiche. Tuttavia, è ignota la frequenza ideale di tali esami per pazienti senza alcun problema visivo ovvero senza sintomi a livello oculare. Le raccomandazioni correnti variano”.

Tuttavia, in linea di massima si potrebbe consigliare una visita oculistica ogni uno-due anni fino ai sessant’anni, annuale dopo quell’età e almeno semestrale per chi avesse patologie oculari diagnosticate (ad esempio retinopatia diabetica, glaucoma o degenerazione maculare). La frequenza esatta potrà però essere indicata dal singolo specialista a seconda del quadro clinico riscontrato dopo una prima visita oculistica. Inoltre va detto che l’American Academy of Ophthalmology raccomanda una visita oculistica alla nascita e una a tre anni, mentre dai 6 ai 17 anni sarebbe sufficiente un controllo ogni uno-due anni in assenza di problemi oculari specifici.

Fonti: Irving EL, Harris JD, Machan CM, Robinson BE, Hrynchak PK, Leat SJ, Lillakas L., “Value of Routine Eye Examinations in Asymptomatic Patients”, Optom Vis Sci. 2016 Jul;93(7):660-6. doi: 10.1097/OPX.0000000000000863; Wolters Kluwer Health

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