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Il Ministro del Welfare Maurizio Sacconi

Sacconi: chiudere gli ospedali generalisti in eccesso

Il Ministro del Welfare Maurizio SacconiSacconi: chiudere gli ospedali generalisti in eccesso Il Ministro del Welfare è intervenuto alla Presentazione del Rapporto Ceis sulla Salute che si è tenuta a Roma. Il dissenso del Sen. Marino sui tagli 27 gennaio 2009 – Meno ospedali generalisti, ma più centri specializzati ed efficienti. È questa, in sintesi, la posizione del Ministro al Welfare Maurizio Sacconi, intervenuto in occasione della presentazione del VI Rapporto Ceis sulla Salute dell’Università Tor Vergata di Roma, che si è tenuta oggi presso il Palazzo della Minerva del Senato della Repubblica. Un lavoro nel quale si sottolinea che la sanità è frammentata ed è “a rischio l’equità dell’assistenza”; inoltre, “la spesa sanitaria italiana continua a crescere più rapidamente del Pil”. Il Ministro Sacconi ha affermato come in Italia esista una realtà sanitaria molto diversa a seconda delle regioni; ma ha obiettato che non si possono mandare avanti strutture con poche decine di posti letto, molte delle quali – a suo giudizio – nonSen. Ignazio Marino sono in grado di garantire sicurezza e assistenza adeguate. In un intervento successivo il Sen. Ignazio Marino ha preso le distanze da tagli di questo tipo che – ha sostenuto – “rischiano di essere un pretesto”. Inoltre il chirurgo ha lanciato l’allarme: circa 600 su un migliaio di ospedali in Italia sono stati costruiti prima della Seconda Guerra Mondiale e dovrebbero essere ristrutturati. Sala Capitolare-Palazzo della Minerva-Senato della RepubblicaSi possono chiudere – a giudizio del Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale– solo quei centri che non raggiungono gli standard di qualità internazionali (ad esempio quelli dove, in seguito a trapianti, la sopravvivenza dei pazienti è inferiore alla media). Infine, l’esponente dell’opposizione ha denunciato il fenomeno della ‘migrazione’ sanitaria dal Sud al Nord: circa un milione di pazienti si spostano ogni anno alla ricerca di cure migliori, a sottolineare il divario esistente nei servizi.

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