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Ora mettiamoci in movimento

Il 16 novembre al Ministero della Salute presentata una campagna per favorire lo sport. Italiani primi in Europa per sedentarietà

ciclismo-parco-web.jpgIl pallino del movimento fisico ancora non ha fatto breccia nel cuore degli italiani, ma in futuro si potrebbe prescrivere come già si fa con le visite o le medicine, una richiesta che in passato hanno avanzato i medici britannici. Per promuoverlo da noi ci devono pensare persino le istituzioni pubbliche, vista la pigrizia che colpisce i nostri connazionali, considerati oggi i più sedentari d’Europa: il 16 novembre 2017 il Ministero della Salute ha presentato una nuova campagna di comunicazione assieme al CONI e all’Istituto Superiore di Sanità.

Un italiano su tre è sedentario

Nonostante i numerosi benefici connessi allo svolgimento dell’attività fisica, più del 32% degli italiani è da considerare sedentario [[Fonte: dati del sistema PASSI 2017]]. Pensiamo poi anche che almeno un sedentario su cinque percepisce come sufficiente il proprio impegno quotidiano: non è affatto consapevole dei rischi che corre.

Nel mondo un adulto su quattro non si muove a sufficienza, nonostante sia fondamentale. Dunque lo slogan della nuova campagna sci-sole-disegno_stilizzato-freedigitalphotos_net-web.jpgè: “Il movimento è salute!” perché lo sport e, più in generale, l’attività fisica fanno bene al nostro organismo e alla nostra mente: sono uno strumento principe di medicina preventiva.

Facciamo più sport

La promozione dell’attività sportiva e del movimento – oltre a rappresentare un investimento per la prevenzione delle malattie croniche e per il miglioramento della salute – ha effetti positivi sull’intera società e sull’economia. L’inattività fisica, infatti, incide anche sui costi diretti e indiretti dell’assistenza sanitaria, dovuti all’impatto negativo sulla produttività e sugli anni di vita che potrebbero essere trascorsi in buona salute.

Praticare regolarmente sport fa bene al nostro organismo, alla nostra mente e ai nostri organi, inclusi gli occhi: tarda l’insorgenza di cataratta, contribuisce a prevenire malattie retiniche degenerative, la retinopatia diabetica… Ciò si deve coniugare però con visite mediche regolari.

Quanto movimento?

jogging-mare-web-ok.jpgL’Italia è agli ultimi posti in assoluto per attività giovanile: il 91,8% degli studenti tra gli 11 e i 17 anni non fa adeguato movimento fisico, mentre nel mondo tale percentuale si attesta a poco più dell’80%.

L’OMS spiega:

L’attività fisica costituisce una delle più basilari funzioni umane. La salute ne dipende in misura importante lungo l’intero arco della vita. Com’è risaputo, i benefici per la salute derivanti dall’attività fisica comprendono un minor rischio di contrarre malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete e alcune tipologie di tumore; essa svolge anche un ruolo importante nella gestione di talune affezioni croniche. Inoltre, l’attività fisica produce effetti positivi sulla salute mentale riducendo le reazioni da stress, l’ansia, la depressione e forse anche ritardando gli effetti della malattia di Alzheimer e di altre forme di demenza.

L’indicazione di quanto movimento fare varia a seconda dell’età e delle condizioni di vita. Tuttavia l’OMS sostiene che gli adulti debbano muoversi almeno due ore e mezzo la settimana praticando un’attività aerobica [[In alternativa si possono fare 75 minuti d’attività settimanale intensa. È comunque raccomandabile una passeggiata di mezz’ora al giorno, ndr]], mentre dai 5 ai 17 anni bisognerebbe fare almeno un’ora d’attività fisica quotidiana moderata o intensa.

L’appuntamento

L’obiettivo di fondo è coinvolgere la popolazione di tutte le età, rendendola responsabile del proprio benessere ed invitandola direttamente ad adottare uno stile di vita attivo, possibilmente praticando regolarmente uno sport.

Giovedì 16 novembre, presso il Dicastero della Salute (Auditorium “Cosimo Piccinno”), il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin – insieme al Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi e al Presidente del CONI Giovanni Malagò – ha presentato la campagna di comunicazione “Salute, sport e movimento fisico”.

“Noi – ha affermato il Ministro -, come Sistema sanitario, attraverso una valorizzazione e una cultura dello sport, abbiamo puntato a prevenire moltissime malattie”, in particolare l’obesità infantile. Lo sport è “un fattore importante nella nostra vita”, ha proseguito Lorenzin, che contribuisce anche a “combattere la depressione”.

Secondo Franco Di Mare, giornalista che ha moderato l’incontro, “nel prediabete, se uno si muove (senza farmaci), i valori tornano normali. Il movimento non è solo salute, ma è anche la prima ‘medicina’ da assumere”.

Dal canto suo il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi, “le regioni del Sud sono svantaggiate, ma in maniera impressionante”. In Italia “tre bambini su quattro non dedicano neanche un’ora al giorno all’attività fisica”, complici i vari dispositivi elettronici. La situazione è particolarmente difficile anche perché nella scuola italiana, in rapporto ad altri Paesi più evoluti (ad esempio nel Nord Europa), si pratica pochissimo sport.

“Cosa possiamo fornire assieme al CONI? Le attività fisiche – ha proseguito Ricciardi -, che sono diverse a seconda delle diverse fasce d’età. Faremo delle raccomandazioni”.

“Chi fa sport è più incline alla socializzazione. E stando bene si hanno meno costi anche per il sistema sanitario: meno farmaci e meno ricoveri. Le stime basate sulle persone affette da patologie cardiovascolari, diabete e tumori consentono di affermare – ha dichiarato il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità -che un aumento dell’attività fisica determinerebbe un minor costo per il SSN [[ossia il Sistema Sanitario Nazionale, ndr]] pari a 2.331.669.947 euro in termini di prestazioni
specialistiche e diagnostiche ambulatoriali, trattamenti ospedalieri e terapie farmacologiche”.

Leggi anche: “OMS, l’81% degli alunni adolescenti non fa sufficiente attività fisica”

Link utile: Strategia per l’attività fisica in Europa secondo l’OMS (pdf)

Fonti principali: Ministero della Salute, OMS, Quotidiano Sanità

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