fbpx Skip to content
Occhiali con autofocus

Occhiali con autofocus

Occhiali che si mettono a fuoco da soli: sono stati messi a punto sin dal 2006 dall’Università dell’Arizona, negli Stati Uniti, che sta lavorando al loro perfezionamento. In futuro persone che non vedono bene né da vicino né da lontano, affette ad esempio contemporaneamente da presbiopia e miopia, potrebbero utilizzare solo un paio di occhiali senza la famosa mezzaluna e senza la necessità di lenti progressive.

Questi occhiali avveniristici si regolano da sé – mediante un dispositivo che calcola la distanza – un po’ come avviene con l’autofocus di una telecamera. Il principio del loro funzionamento è relativamente semplice: in ciascuna lente sono contenuti cristalli liquidi capaci di variare il loro potere refrattivo (ovvero la capacità d’ingrandimento). Si tratta di occhiali a fuoco automatico: sono capaci di “capire” quale correzione sia necessaria per vedere bene. Secondo quanto spiega l’Università dell’Arizona, inoltre, si tratterà di un dispositivo ‘programmabile’, che potrà consentire persino una visione superiore ai 10/10.

Le lenti sono costituite da due strati distanti solo 5 micron (5 milionesimi di metro); questo spazio è riempito con cristalli liquidi molto simili a quelli contenuti negli attuali schermi per computer. In questo caso la superficie delle lenti del futuro è piatta e ricoperta da uno strato sottilissimo (un decimo di micron) di ossido di indio e stagno (ITO), un elettrodo trasparente. Differentemente dagli elettrodi in alluminio o in ferro, l’ITO riesce a trasmettere la maggior parte della luce che lo colpisce.

Con una batteria da due volt le molecole contenute nei cristalli liquidi cambiano orientamento e, di conseguenza, varia la traiettoria dei raggi luminosi attraverso le lenti stesse. Il risultato è che un semplice pezzo di vetro con i cristalli liquidi si trasforma in una lente a tutti gli effetti e, grazie a un chip, è capace di aumentare o diminuire l’ingrandimento. Lo scienziato Guoqiang Li che, assieme al professor Nasser Peyghambarian dell'Università dell'Arizona, ha messo a punto il dispositivo

Le prospettive sembrano molto interessanti, anche se ci sono alcuni problemi da risolvere. Ad esempio, sarà fondamentale il tempo impiegato dagli occhiali per mettere a fuoco, che in alcuni casi (situazioni d’emergenza, come quando si rischia un incidente stradale) potrebbe essere determinante. Però la necessità di correggere la presbiopia – che colpisce tutta la popolazione anziana – con metodi sempre più sofisticati, tra cui quello degli occhiali con l’autofocus, rappresenta un incentivo importante a condurre nuove ricerche.

N. B. L’ultimo studio importante pubblicato su questo argomento dall’Università dell’Arizona risale al 2010.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn