fbpx Skip to content
Forma secca della degenerazione maculare legata all'età, attualmente incurabile

Morte delle cellule retiniche in ‘diretta’

Forma secca della degenerazione maculare legata all'età, attualmente incurabileMorte in ‘diretta’ delle cellule retiniche Sperimentata tecnica di monitoraggio in vivo della degenerazione del tessuto nervoso basata su uno scanner laser e marcatori fluorescenti. Potrebbe consentire di diagnosticare precocemente glaucoma ed Alzheimer 14 maggio 2010 – Le malattie neurodegenerative, che colpiscono specialmente gli anziani, vanno sempre tenute d’occhio: si può, ad esempio, monitorare in tempo reale la morte delle cellule retiniche, le quali possono fungere da campanello d’allarme in chi ha un principio di glaucoma o di Alzheimer. Quest’approccio, tuttavia, pone delle difficoltà tecniche che sono state superate solo recentemente. Innanzitutto c’è bisogno di introdurre nell’organismo dei ‘campanelli d’allarmé ( markers ), dei coloranti speciali che devono rendere rilevabili i mutamenti cellulari. Poi bisogna munirsi di una sofisticata strumentazione che consente di individuare le cellule in agonia. In uno studio pubblicato su Cell Death & Disease ( Nature ) è stata testata una nuova tecnica dall’Istituto oftalmologico londinese, dall’Università della California-Irvine e dal Centro di Eccellenza dell’Invecchiamento (Cesi) dell’Università G. D’Annunzio di Chieti. Essa consiste nell’evidenziare il danno cellulare retinico mediante l’impiego di marcatori fluorescenti, che si legano alle cellule che stanno degenerando, le quali diventano visibili usando un prototipo speciale di oftalmoscopio a scansione laser (detto confocale: scatta fotografie dei diversi strati della retina e la ricostruisce in 3D). Questi coloranti possono essere somministrati sia mediante un’iniezione endovenosa che attraverso collirio. Una volta entrati in circolo, si legano alle cellule nervose della retina ‘sofferenti’ che possono, quindi, essere localizzate. Ciò permette di osservare in ‘diretta’ nell’occhio vivo il danno cellulare retinico, consentendo di migliorare la diagnosi: seguire l’evoluzione della malattia consente ovviamente di migliorare l’approccio terapeutico laddove questo sia disponibile e di testare nuovi farmaci. Per ora, tuttavia, questa strada è stata solo stata sperimentata sulle cavie di laboratorio, sebbene siano attualmente in corso test su un numero ristretto di esseri umani. “Dato l’emergere di meccanismi in comune tra differenti malattie neurodegenerative – scrivono i ricercatori su Cell Death & Disease -, come la malattia di Alzheimer e il glaucoma, un apprezzamento delle dinamiche spazio-temporali della morte cellulare in una malattia potrebbero migliorare la nostra comprensione delle altre malattie“ (clicca qui per approfondire). Referenza bibliografica: “Imaging multiple phases of neurodegeneration: a novel approach to assessing cell death in vivo”, Cell Death and Disease (Nature 2010) di M F Cordeiro, L Guo, K M Coxon, J Duggan, S Nizari, E M Normando, S L Sensi, A M Sillito, F W Fitzke, T E Salt and S E Moss; doi:10.1038/cddis.2009.3, published online 14 January 2010, edited by G Melino.

Fonte originale: Nature.

Ultima modifica di questa news: 1 luglio 2010.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn