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“Il fumo raddoppia il rischio di cecità”

Il fumo raddoppia il rischio di cecità: la Commissione Ue sui pacchetti di sigarette, ricerca sugli effetti delle avvertenze

“Il fumo raddoppia il rischio di cecità”: è questa una delle avvertenze che, in futuro, potrebbe essere stampata sui pacchetti di sigarette assieme a frasi più note come “il fumo uccide” o “smettere di fumare riduce il rischio di malattie cardiovascolari”. Questa è una delle proposte vagliate nel 2009 dalla Commissione europea, avanzata da alcune organizzazioni che si occupano di prevenzione della cecità (tra cui la IAPB). Alla fine è stata approvata la più sobria “Il fumo aumenta il rischio di cecità”.

Non solo, ma la frase che mira a dissuadere i “tabacco-dipendenti” viene accompagnata da un’immagine shock a colori sugli effetti devastanti che le sigarette hanno sulla salute (come già avveniva in Inghilterra). Nel frattempo la Commissione Ue ha dato l’incarico di effettuare una ricerca per valutare l’effettiva efficacia delle avvertenze: se compare anche quella grafica il loro impatto è maggiore.

Ormai esistono solide prove scientifiche che attestano come il fumo possa favorire l’insorgere della degenerazione maculare legata all’età ossia dell’AMD (il rischio aumenta fino a tre volte), una malattia che provoca cecità centrale soprattutto a partire dai 50 anni: è la principale causa di cecità nei Paesi sviluppati. Attualmente la forma più comune (quella detta ‘secca’) non è curabile; ma uno stile di vita sano (attività fisica regolare, niente fumo, dieta ricca e varia) aiuta a prevenirla. In Gran Bretagna uno studio condotto su oltre 4.000 ultrasettantacinquenni ha dimostrato che “coloro che fumavano avevano una probabilità doppia di contrarre la degenerazione maculare legata all’età rispetto a chi non aveva mai fumato”.

Inoltre ci sono numerose prove scientifiche sull’esistenza di un legame tra la cataratta (prima causa di cecità reversibile al mondo) e il consumo di sigarette. Il cristallino – la lente naturale contenuta nel nostro occhio – diventa opaco e la visione diviene sempre più difficoltosa; nei Paesi benestanti generalmente si opera chirurgicamente frantumando il vecchio cristallino con gli ultrasuoni, aspirandolo e inserendone uno artificiale perfettamente trasparente. Sin dal 2004 negli Stati Uniti (US Surgeon General) si concludeva come le prove fossero sufficienti “per inferire l’esistenza di una relazione causale tra il fumo e la cataratta nucleare” (forma più diffusa che colpisce il centro della lente).

In uno studio condotto in Australia nel 2008 su 3.654 persone iniziali con più di 49 anni, ridottesi a 2.406 a distanza di 5 e/o 10 anni, è stato dimostrato che i “fumatori accaniti avevano un rischio maggiore di sviluppare la cataratta rispetto ai non fumatori”. Secondo un altro studio effettuato, invece, in India “i fumatori di sigari e sigarette avevano un’incidenza significativamente superiore (fino a 2 volte) di qualunque forma di cataratta rispetto a chi non aveva mai fumato”.

Riferimenti bibliografici: Evans JR et al, British Journal of Ophthalmology (2005), “28,000 cases of age related macular degeneration causing visual loss in people aged 75 years and above in the UK may be attributable to smoking”. Tan J. at al., Centre for Vision Research, Sydney (2008). “Smoking and the long-term incidence of cataract: the Blue Mountain Eye Study”. Sannapaneni K et al, Prasad Eye Institute, India (2005). “Smoking and its association with cataract: Results of the Andhra Padesh eye disease study”.

Fonti: Commissione europea, BUPA, European Blind Union and the Royal College of Ophthalmologists, American Academy of Periodontology.

Articolo pubblicato il 9 aprile 2009. Ultima modifica: 7 aprile 2017

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