L’OMS ribadisce da anni che l’ipovisione
costituisce un problema prioritario
per i Servizi Sanitari di tutti i Paesi
i quali, davanti alla drammaticità
del fenomeno, sono chiamati ad
organizzare programmi di intervento
non solo in termini di profilassi e
terapia, ma anche e soprattutto
di riabilitazione. Nessun danno
riesce a precludere totalmente
una certa possibilità di recupero,
indipendentemente dall’età; condizione
essenziale è la piena collaborazione
della persona ipovedente, che
deve nascere da una forte spinta
motivazionale ad uscire da una
situazione di profondo disagio.
La riabilitazione visiva è il naturale
completamento di trattamenti
medici o chirurgici in cui il soggetto
ipovedente va considerato nella sua
globalità, non solo da un punto di
vista oculistico. Essa richiede, infatti,
un approccio multidisciplinare che
coinvolge più figure professionali:
oculista, psicologo, ortottista, ottico,
istruttore di orientamento, mobilità
ed autonomia personale, assistente
sociale. A questi si aggiungono il
neuropsichiatra infantile ed il terapista della psicomotricità dell’età evolutiva nel caso dei bambini. L’ambiente sociale, inoltre, è fondamentale: la risposta alla riabilitazione visiva è migliore quando si instaura un buon rapporto di collaborazione con la famiglia dell’ipovedente o quando ci si può avvalere dell’aiuto di organizzazioni e associazioni presenti sul territorio.
Il Centro di riabilitazione visiva deve rappresentare il punto di riferimento costante per l’ipovedente: è fondamentale che il riabilitatore e la persona ipovedente perseguano gli stessi obbiettivi, ossia è indispensabile che il progetto riabilitativo sia costruito a misura del singolo paziente, sia da egli compreso e accettato. La motivazione del soggetto, come detto, costituisce la variabile principale; senza il continuo esercizio la riabilitazione visiva è vana. Il recupero delle abilità visive e il potenziamento del residuo visivo sono l’obbiettivo principale dell’intervento riabilitativo che si avvale di ausili che possono essere di tipo ottico, elettronico o informatico; le esperienze già maturate devono essere salvaguardate e potenziate. In considerazione del costante aumento del numero degli ipovedenti e al fine di migliorare la qualità di vita di questi soggetti è necessario incrementare i programmi
di ricerca nell’ipovisione.
Il Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti è un Centro di Collaborazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che la IAPB Italia Onlus ha fondato grazie alla Legge n. 291/2003. Suoi principali obiettivi sono:
Il Polo Nazionale è ubicato presso il Policlinico “A. Gemelli” di Roma, con cui la IAPB Italia onlus porta avanti una proficua collaborazione. Si tratta dell’unico Centro di collaborazione dell’OMS in Europa per la prevenzione della cecità e il solo al mondo per la riabilitazione visiva.
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