I tuoi occhi

Come vediamo

IL SISTEMA VISIVO

Occhio e cervello, che lavorano insieme in modo armonico e coordinato per procurarci le informazioni visive, costituiscono il sistema visivo.

Dal punto di vista funzionale tale sistema può essere descritto con una semplice metafora. L’occhio è infatti paragonabile ad una macchina fotografica che capta le immagini. La parte esterna dell’obiettivo della macchina fotografica è rappresentata dalla cornea , mentre l’iride (diaframma) e il cristallino (lenti interne all’obiettivo) sono i dispositivi di messa a fuoco; il sensore digitale (un tempo la pellicola fotografica) è invece rappresentato dalla retina.

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Nella parte anteriore dell’occhio (tra cornea, iride e cristallino) circola un liquido (l’umor acqueo) che, mano a mano che viene prodotto, defluisce attraverso apposite vie (questo sistema è responsabile della pressione oculare); la parte posteriore dell’occhio, invece, è riempita da una sostanza gelatinosa (umor vitreo).

I raggi luminosi del mondo esterno viaggiano attraverso la superficie dell’occhio e la pupilla, arrivando al cristallino che, essendo anch’esso una lente naturale molto potente, assieme alla cornea li fa convergere in un punto detto fuoco (idealmente al centro della superficie retinica). Qui sono presenti i fotorecettori, simili a ‘minisensori’: i coni consentono di percepire i colori e i dettagli delle immagini al centro del campo visivo, mentre i bastoncelli permettono di percepire ciò che avviene nella periferia del campo e rilevano le immagini quando c’è poca luce (al crepuscolo, infatti, il mondo ‘perde’ colore).

Le immagini captate dalla retina, attraverso il nervo ottico giungono ad alcune aree del cervello che hanno il compito di elaborarle. Infatti deve esserci qualcuno che riconosce e interpreta il significato della fotografia: questo ruolo viene svolto dalla corteccia cerebrale, la parte superficiale del cervello, una specie di “mantello” neurale che lo ricopre esternamente.

Bisogna però precisare che non tutto il cervello è impegnato direttamente nella funzione visiva, ma solo alcune sue aree altamente specializzate a questo scopo, anche se collegate con altre aree cerebrali.

B. A. Wandell, S. O. Dumoulin, A. A. Brewer scrivono (in “Visual Cortex in Humans“, Encyclopedia of Neuroscience, Elsevier, 2009):

La corteccia visiva umana comprende 4-6 miliardi di neuroni che sono organizzati in più di una dozzina di aree funzionali distinte. Queste aree includono la materia grigia del lobo occipitale e si estendono fino ai lobi temporali e parietali.

SVILUPPO DELLA FUNZIONE VISIVA

Benché gli occhi e il cervello siano già ben strutturati alla nascita, il loro sviluppo si completa solo dopo un certo periodo della vita extrauterina. Da questo sviluppo, unito alle prime esperienze visive fatte nell’ambiente, deriva la maturazione della funzione visiva già geneticamente programmata. Le tappe di tale maturazione consistono in:

  • capacità di fissare un oggetto (generalmente entro il primo mese);
  • capacità di inseguire con lo sguardo un oggetto in movimento (generalmente verso i 2-3 mesi);
  • attivazione delle aree della corteccia cerebrale deputate alla visione;
  • capacità di afferrare con la mano un oggetto localizzato con la vista (generalmente attorno ai 4-5 mesi);
  • capacità di manipolare un oggetto guardandolo (generalmente dopo i 6 mesi).

In linea di massima lo sviluppo della funzione visiva si completa intorno ai 18 mesi (un anno e mezzo). Questa fase, durante la quale avvengono i cambiamenti più significativi, viene definita “periodo critico”. Entro tale lasso di tempo gli interventi terapeutici e/o riabilitativi visivi sono particolarmente efficaci: per questo motivo nel bambino è molto importante accertare per tempo le condizioni del sistema visivo tramite un’accurata visita oculistica (vedi occhio pigro o ambliopia).

Comunque anche in seguito – addirittura, in alcuni casi, fino ai 10 anni e oltre – le terapie e/o la riabilitazione possono ridurre un’eventuale alterazione della funzione visiva.

Ricordiamo inoltre che la visione, nel bambino piccolo, è essenziale anche per il corretto sviluppo di altre capacità , ad esempio quelle relative al movimento, al linguaggio e al pensiero. Intervenire tempestivamente sui difetti visivi di una certa gravità consente di prevenire eventuali ritardi o disordini dello sviluppo globale che potrebbero derivarne.

A questo proposito è bene tenere presente che i neonati prematuri sono spesso particolarmente a rischio per quanto riguarda le patologie visive (vedi retinopatia del prematuro). Per questo è opportuno che vengano costantemente monitorati anche a livello oculistico: le visite non devono mai essere trascurate.

Ovviamente lo stesso vale per i bambini che nascono in famiglie nelle quali siano presenti patologie visive di tipo ereditario.

Pagina pubblicata il 30 giugno 2015. Ultima modifica: 25 gennaio 2019