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Taj Mahal (India). Fonte: Unesco

Sguardi indiani

Taj Mahal (India). Fonte: UnescoSguardi indiani Per quasi la metà dei giovani indiani la cecità si può prevenire o curare. Le cause principali: danni alla cornea e patologie congenite 29 gennaio 2009 – In quasi la metà dei casi la cecità dei bambini indiani è curabile o prevenibile. È quanto conclude uno studio effettuato nella regione nord-orientale del Paese, condotto su un campione di 258 bambini e ragazzi con meno di 16 anni (su 376 esaminati). In primo luogo si è osservato che la cecità era dovuta a danni della cornea, sia per carenza di vitamina A che per cicatrici causate da traumi o da malattie infettive come la cheratite (36,7%). Negli altri casi sono state riscontrate patologie congenite (anoftalmo, microftalmo: 36,1%) oppure la cataratta (10,9%). Infine, altre malattie oculari diagnosticate avevano colpito la retina (5,8%) oppure il nervo ottico (atrofia nel 5,3% del campione). Dunque – si nota nello studio effettuato presso il Desai Eye Hospital (Pune) – sono necessari maggiori sforzi e più ricerca per curare le patologie congenite, ma al contempo occorre somministrare vitamina A per evitare la cecità (xeroftalmia). “Ancora una volta – conclude Marco, medico oculista della IAPB Italia onlus – uno studio ci conferma come, in molti casi, una diagnosi e una terapia precoci consentano di evitare la cecità. Quella che nei Paesi sviluppati può essere una banale malattia curabile (come la cheratite), in Stati più poveri può causare la perdita della vista se non si rafforzano gli interventi sanitari e preventivi“. Referenza originale: Indian J. Opthalmology (abstract in Pubmed) . Autori: Bhattacharjee H, Das K, Borah RR, Guha K, Gogate P, Purukayastha S, Gilbert C. 2008. Nov-Dec; 56(6): 495-9.

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