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Da destra il Ministro Ferruccio Fazio e il Sottosegretario Martini (Roma, 6 ottobre 2010, Ministero della Salute di via Lungotevere)

Riabilitare… ma non troppo

Da destra il Ministro Ferruccio Fazio e il Sottosegretario Martini (Roma, 6 ottobre 2010, Ministero della Salute di via Lungotevere)Riabilitare… ma non troppo Presentato dal Ministro della Salute Fazio e dal Sottosegretario Martini il nuovo piano d’indirizzo 6 ottobre 2010 – Garantire la continuità assistenziale contenendo però i costi della riabilitazione. Se da un lato il Ministro della Salute Ferruccio Fazio e il Sottosegretario Francesca Martini mostrano una rinnovata attenzione per chi ha bisogno di recuperare le proprie capacità funzionali, dall’altro invocano una “razionalizzazione”. Ciò si traduce concretamente in una riduzione dei fondi dedicati, anche se idealmente spesi con una maggiore efficienza. Una politica ‘equilibrista’ che ha fatto da sfondo alla presentazione di un documento – avvenuta oggi presso il Dicastero della Salute di Lungotevere – intitolato “Riabilitazione, i nuovi percorsi di cura”, un vero e proprio piano d’indirizzo nazionale. Occorre, ha sottolineato il Ministro Fazio, “un percorso riabilitativo individuale che tenga conto di un continuum che vada dall’ospedale al territorio. Credo che questo documento siaMinistero della Salute (via Lungotevere, Roma) importante, in questa visione […] positiva della presa in carico del cittadino”. “L’altro aspetto importante – ha aggiunto Fazio – è la visione della riabilitazione impostata sulla centralità della persona, intesa come disabilità complessiva e non come riconduzione ad integrum di un’alterazione d’organo che ha causato la disabilità stessa: il paziente da riabilitare va visto nella sua interezza”. Dunque ci dovrebbe essere un team multidisciplinare per un buon percorso riabilitativo? “Interdisciplinarietà sicuramente – ha replicato il titolare del Dicastero a margine della conferenza stampa –, ma soprattutto continuità assistenziale e percorso personalizzato”. “Il primo obiettivo, senza dubbio – ha affermato dal canto suo il Sottosegretario Martini –, è quello di avere una strategia che guardi alle linee guida [della riabilitazione] del 1998, in un quadro epidemiologico che è quello del nostro Paese: in assoluta progressione per quel che riguarda l’allungamento della vita media e, quindi, la presunta o possibile riduzione dell’autonomia, in crescendo per una serie di traumi legati agli stili di vita odierni, che portano a richieste di alta specializzazione in riabilitazione”. Dunque, queste linee guida devono da un lato essere valutate, mentre dall’altro devono essere riviste (oltretutto, ha rilevato il Sottosegretario, senza essere mai state pienamente applicate). Uno dei problemi annosi è che, ha ricordato ancora l’On. Martini, “il nostro Paese dimostra grandissima disomogeneità in termini di servizi: è ancora un’emergenza la migrazione dei pazienti”. Tuttavia i tagli – o, più eufemisticamente, la “razionalizzazione” – non possono essere effettuati compiutamente in assenza di chiare linee guida per la riabilitazione, soprattutto – ha concluso il Sottosegretario – “in un momento difficile che vive il Servizio Sanitario del nostro Paese”.

Ultima modifica: 7 ottobre 2010

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