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Più prevenzione, ma con meno fondi

Il Viceministro Ferruccio FazioPiù prevenzione, ma con meno fondi
Il Viceministro alla Salute Fazio spiega al Sanit il nuovo corso della sanità: dare priorità alla persona

23 giugno 2009 – Una sanità più attenta alla persona e alla prevenzione. ù questa la formula ‘magica’ di Ferruccio Fazio, il Viceministro alla Salute che oggi è intervenuto in apertura del Sanit, il sesto forum internazionale in corso fino al 26 giugno a Roma Eur. Un progetto che intende perseguire nonostante una tendenziale riduzione dei fondi a disposizione della sanità: bisogna sfruttarli al meglio, a dispetto dei tempi magri.

“Pensiamo – ha osservato Fazio – a un percorso unico del cittadino: la salute è vista come un elemento fondamentale per garantire un’attività lavorativa e, quindi, una prosperità economica”. ù vero anche il contrario: “una tranquillità lavorativa può indurre una migliore salute”. Insomma, secondo il Viceministro “è essenziale che venga ridata umanità alla persona”, ossia al paziente ricoverato o, comunque, in cura.

Per questo bisogna puntare “alle attività di prevenzione, che si devono idealmente collocare nella Vita buona nella società attiva”, tanto per citare il libro bianco sul futuro del modello sociale presentato lo scorso 6 maggio a Palazzo Chigi ( clicca qui ).

La prevenzione – ha ricordato didatticamente il Prof. Fazio – si divide in primaria, secondaria e terziaria. La primaria è quella universale (con la connessa eliminazione dei fattori di rischio); la secondaria mira a diagnosticare precocemente una malattia; infine, quella terziaria si concentra sulle patologie croniche (come il diabete). Inoltre, il Viceministro non ha mancato di ricordare come l’Italia sia un Paese già anziano che invecchia rapidamente: attualmente il 20% delle persone ha più di 65 anni (il 35% di esse soffre di due o più malattie croniche).

Viceministro alla Salute Fazio“Secondo le previsioni – ha ammonito il Prof. Fazio – nel 2050 avremo il 40% delle persone con più di 65 anni”. Dunque, la soluzione è draconiana: “bisogna evitare l’ospedalizzazione”, cercando di far ricorso ad altre forme di assistenza. Già, perché il Governo – secondo quanto ha scritto il Sole 24 Ore lo scorso aprile – ha in cantiere una drastica riduzione dei posti letto a livello nazionale. Il che, ovviamente, confligge con l’aumento delle malattie dovute all’invecchiamento demografico (tra cui quelle degenerative di tipo oculare). Insomma, si potrà ancora invecchiare, ma possibilmente… non in ospedale!

Link utili: Sanit.org, sanita.ilsole24ore.com, Istat.it

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