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Occhio bionico, riconosciuta una sagoma su tre

Occhio bionico, riconosciuta una sagoma su tre Il dispositivo Argus II non consente attualmente una visione fine degli oggetti Viene riconosciuta mediamente una sagoma su tre di un oggetto della vita quotidiana: avviene con una versione dell’ occhio bionico chiamata Argus II (60 pixel di risoluzione). È quanto si legge in un poster scientifico presentato in Florida nei giorni scorsi in occasione dell’ ARVO 2014 , l’appuntamento più importante dell’oculistica mondiale che si svolge annualmente negli Stati Uniti. I suoi autori sono chiari: la protesi retinica aiuta persone divenute cieche a causa della retinite pigmentosa a identificare oggetti quotidiani. Ci sono però alcune condizioni stringenti: il nervo ottico deve essere integro e la retina deve avere preservato un minimo di vitalità (i non vedenti percepiscono almeno la luce). Risultati modesti I risultati dei test condotti con l’Argus II appaiono tuttora modesti e non fantascientifici come si potrebbe pensare. Infatti dopo aver studiato otto persone a cui era stato impiantato l’occhio bionico si è giunti alle seguenti conclusioni: l’identificazione corretta di un oggetto si è avuta mediamente circa nel 32,8% dei casi con la protesi retinica accesa contro il 12,5% col dispositivo spento. Tuttavia tale percentuale è salita evidenziando meglio i contorni degli oggetti (quindi con l’aumento del contrasto): si è arrivati a una media del 41,4% col dispositivo acceso. Una visione per flash, in scala di grigi Ricordiamo che la visione con occhio bionico avviene per flash successivi, in scala di grigi e può consentire solo una parziale visione centrale. Tra l’altro non sempre l’impianto va a buon fine (e naturalmente l’operazione chirurgica comporta sempre dei rischi). Inoltre, secondo uno studio pubblicato su Archives of Ophthalmology l’impianto sperimentale di retina elettronica ha un tasso di successo del 54% (quindi poco più della metà dei casi). Il lavoro presentato negli Usa è stato firmato da scienziati del National Institute of Health Research, Biomedical Research Centre, Moorfields Eye Hospital, Institute of Ophthalmology, Second Sight Medical Products, Manchester Biomedical Research Centre, Manchester Royal Eye Hospital.

Fonti: ARVO 2014 Annual Meeting Abstracts , Archives of Ophthalmology

Pagina pubblicata il 14 maggio 2014.

Ultima modifica: 15 maggio

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