fbpx Skip to content
sala cinematografica

Occhiali 3D, il Codacons teme danni alla salute oculare

Chiesti ai Nas accertamenti in tutta Italia e sequestri degli occhialini senza marchio CE

Il proliferare dei film in 3D in programmazione nelle sale italiane ha portato il Codacons a sollevare il caso della possibile non conformità degli occhiali speciali per la loro visione, temendo danni alla salute oculare. Infatti, “si tratta di occhiali – spiega l’associazione in una nota – che vengono forniti nelle sale cinematografiche per poter godere della nuova tecnologia tridimensionale. Da una ricerca effettuata dal Codacons in quasi tutti i cinema italiani, emerge tuttavia come tali occhiali non dispongano del marchio CE”, che attesta la conformità del prodotto ai requisiti essenziali di sicurezza, fissati dalle disposizioni comunitarie.

Nella denuncia presentata nei giorni scorsi dal Codacons presso il Comando dei Carabinieri dei Nuclei Antisofisticazioni e SanitàSala cinematografica (NAS) si fa presente che in moltissimi cinema gli occhiali passano da uno spettatore all’altro senza essere disinfettati. L’indagine è nata in seguito alle tantissime e-mail pervenute all’associazione Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e la tutela dei diritti di utenti, in cui si denuncia “stanchezza agli occhi e senso di nausea da parte degli spettatori dopo alcune ore di visione”.

“Può avvenire che si possa soffrire di mal di testa – ha affermato Miriam, medico oculista –, ma in linea di massima sono da escludere danni alla salute oculare, fermo restando che gli occhialini devono rispettare i requisiti previsti dalla legge. Talvolta si può soffrire di affaticamento visivo, ma è sufficiente chiudere gli occhi per pochi istanti e si potrà riprendere la visione della pellicola. Se, tuttavia, non si percepisce la tridimensionalità o si vede sfocato è consigliabile sottoporsi a una visita oculistica. Comunque, saranno necessari ulteriori studi riguardo all’impiego degli occhialini 3D”.

Fonte principale: Codacons

Pagina pubblicata l’8 febbraio 2010

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn