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Nel mondo più cieche e ipovedenti femmine

139 milioni di donne sono disabili visive: hanno meno diritti d’accesso alle cure oftalmiche

tre_donne_indiane_di_diversa_eta-credits_yogita_rajgandhi_for_the_makevisioncount_photo-web.jpgLa maggior parte dei disabili visivi nel mondo sono donne (il 55% di 253 milioni, circa 139 milioni): lo ricorda, in occasione della festa dell’8 marzo, l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB. Esistono infatti ancora oggi barriere socio-culturali, economiche e psicologiche che rendono più difficile – nei Paesi in via di sviluppo – l’accesso all’assistenza oftalmica da parte del gentil sesso.

Dunque ci sono programmi che mirano a garantire il diritto delle donne a curarsi adeguatamente anche negli Stati più poveri, con strategie che mirano all’equità di genere, migliorando la sicurezza e l’accettazione sociale dell’assistenza medica declinata al femminile.

Nel mondo, a partire dal 1962, secondo stime ONU vivono più maschi che femmine. Però molte donne sono rimaste indietro sul piano del diritto alla salute.

L’OMS, in occasione della festa delle donne, ha scritto:

Quasi 100 milioni di persone sono finite nella povertà estrema e vivono con meno di 1,9 dollari al giorno perché devono pagarsi i servizi sanitari. Questo è inaccettabile: una donna non dovrebbe [essere costretta] a scegliere se mandare il proprio figlio a scuola, comprare il cibo o pagarsi una visita.

Con una copertura sanitaria universale – un’assoluta priorità per l’OMS – i pacchetti sanitari pensati per le donne e le adolescenti dovrebbero includere servizi di promozione della salute per prevenire e trattare le patologie.

Fonti: IAPB.org, WHO

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