fbpx Skip to content

Istat, le malattie croniche sono più diffuse

Istat, le malattie croniche sono più diffuse In Italia si ricorre più spesso alle visite specialistiche e i servizi sanitari pubblici hanno un alto indice di gradimento Più patologie croniche, più depressione, più ricorso a visite specialistiche ad eccezione del dentista. È questo il trinomio che sintetizza il nuovo Rapporto Istat “Tutela della salute e accesso alle cure”. Il quale però evidenzia anche altri aspetti: confrontando il 2013 col 2005 è indicativamente stabile la salute fisica percepita dalla popolazione mentre è in peggioramento quella mentale. Vengono promossi i servizi sanitari pubblici con un voto alto. In Italia diminuiscono i forti fumatori, ma aumentano i giovani che iniziano a fumare. Crescono gli obesi e solo poco più del 20% della popolazione pratica regolarmente un’attività fisica. L’invecchiamento della popolazione italiana “Quella italiana – spiega l’Istat – è una popolazione che invecchia, in cui le patologie croniche sono sempre più diffuse. Rispetto al 2005, diminuiscono malattie respiratorie croniche e artrosi – la popolazione che invecchia proviene da esperienze di vita sempre più sane – mentre aumentano tumori maligni, Alzheimer e demenze senili anche perché c’è maggiore capacità di riconoscere le malattie“. Una persona su tre fa uso di medicinali quotidianamente. Depressione problema mentale più diffuso La depressione è il problema di salute mentale più diffuso e il più sensibile all’impatto della crisi : riguarda circa 2,6 milioni di persone a cui è stata diagnosticata (4,3%, percentuale che sale al 10,1% tra chi ha almeno 65 anni), con prevalenze doppie tra le donne in tutte le fasce di età. Una delle cause di depressione può essere, tra l’altro, anche una riduzione importante delle capacità visive fino all’ipovisione e alla cecità (vedi “ Come dimezzare il rischio depressione da AMD ”). Quasi 2 milioni le persone con limitazioni quotidiane Il 3,4% della popolazione di 6 anni e più riferisce limitazioni nello svolgimento delle attività quotidiane, vale a dire, ha difficoltà ad espletare le principali attività di cura della persona (come vestirsi o spogliarsi, lavarsi mani, viso, o il corpo, tagliare e mangiare il cibo). Complessivamente, sono quasi 2 milioni le persone con questo tipo di limitazioni, ma oltre la metà è ultraottantenne. Tanto fumo, poco movimento, meno salute Diminuiscono i forti fumatori , ma aumenta la percentuale di adolescenti e giovani donne che iniziano a fumare prima dei 14 anni (passando da 7,6% a 10,5%). È obeso l’11,2% degli adulti, quota in aumento sia rispetto al 2000 (erano il 9,5%), che al 2005 (10%). Nel 2013 solo il 20,6% della popolazione con almeno 5 anni d’età pratica un’attività fisica ritenuta protettiva per la salute secondo la definizione dell’Oms: il 25,9% tra gli uomini ed il 15,6% tra le donne. Più visite specialistiche ma non dal dentista Aumentano le persone che ricorrono a visite mediche specialistiche, escluse quelle odontoiatriche (11,9% nel 2005 e 14,8% nel 2013) e diminuiscono le visite dal dentista del 30%. Si dimezza il ricorso alle terapie non convenzionali rispetto al 2000, da 15,8% a 8,2%. Complice la crisi, l’uso di rimedi omeopatici scende dal 7% al 4,1% tra il 2005 e il 2013. Promossi i servizi sanitari Il livello di soddisfazione dei servizi sanitari pubblici è elevato tra chi ne ha fruito (voto: 8 su 10). Per quanto riguarda la prevenzione “il ricorso a controlli diagnostici specifici (colesterolo, glicemia nel sangue o pressione arteriosa) – scrive l’Istat – è uno strumento molto efficace nella diagnosi precoce di diabete, ipertensione e ipercolesterolemia, a loro volta legati ad un aumento del rischio di insorgenza di molte gravi patologie, soprattutto di tipo cardiovascolare, prima causa di morte in Italia. Negli ultimi anni, per prevenire i tumori del colon, che si stanno diffondendo rapidamente nella popolazione, sono stati attivati vari programmi di screening”. Retina di diabetico Un adulto su sei non controlla colesterolo, glicemia o pressione Tra le persone di 18 anni e più, la quota di chi ha dichiarato di essersi sottoposto almeno una volta nel corso della vita a controlli per misurare il livello del colesterolo è dell’85,2%, in aumento rispetto al 2005 (81,9%), come del resto è avvenuto per gli altri controlli preventivi. Prevalenze simili si riscontrano, infatti, per il controllo della glicemia (84,8%) e della pressione arteriosa (86,6%). Mentre il diabete può provocare retinopatia diabetica , l’ipertensione può causare retinopatia ipertensiva . Il balzo del diabete Tra chi ha almeno 65 anni i diabetici sono passati dal 14,8% del 2005 al 17,6% del 2013. Nella popolazione in generale, invece, in meno di un decennio l’incidenza è salita dal 4,9 al 5,6%. Accanto a una tendenza alla crescita dovuta anche a stili di vita sbagliati (alimentazione poco sana, sedentarietà), va detto però che una maggiore attenzione al problema di salute può contribuire esso stesso a un aumento dei casi diagnosticati. Circa 900 mila con difficoltà visive, d’udito e nella parola Le difficoltà nella sfera dei sensi e della comunicazione, in particolare le difficoltà nel vedere, nell’ascoltare o nel parlare, coinvolgono circa 900 mila persone di 6 anni e più, pari all’1,5% della popolazione della stessa età. Secondo un precedente rapporto i ciechi in Italia sono 362 mila, mentre gli ipovedenti si stima che siano almeno un milione.

Fonte principale: Istat Pagina pubblicata l’11 luglio 2014.

Ultima modifica: 31 luglio 2014

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn